Riceviamo e pubblichiamo.
In calce ad un puntuto commento dell’entourage dell’on.le Lupi, Vice-presidente della Camera dei Deputati su dove siano finiti i 115 miliardi della BCE, JM ha ri-commentato come segue.
Come si suol dire in questi casi, riceviamo e pubblichiamo. L’intervento ce lo siamo pure letti, non aggiunge e non toglie nulla a quanto detto nel post, da riscrivere tal quale. Anzi, da riscrivere in peggio. Andiamo con ordine, cominciando dai prestiti della BCE all’1%. Pensare che le banche li destinino a nuova finanza per imprese e famiglie, significa vivere su Marte (la Luna, in effetti, è troppo vicina): li destinano alla liquidità, come ho cercato di spiegare, per la buona ragione che se non facessero in questo modo, dovrebbero chiederli indietro, a famiglie ed imprese. In altre parole, i denari all’1% servono a non chiedere indietro vecchi prestiti, non a darne dei nuovi. Le richieste di famiglie ed imprese, sotto questo profilo sono di mantenere quello che c’è, ma non tutto è mantenibile. Forse l’on.le Lupi, che ringrazio per essere intervenuto sul blog, sia pure indirettamente, ignora che quando si deve decidere chi buttare giù dalla torre fra risparmiatori e prenditori, si scelgono questi ultimi. Non è appena che il risparmio è costituzionalmente tutelato, dalla nostra peraltro pessima costituzione: no, è proprio che senza la fiducia dei depositanti non si va da nessuna parte, le banche chiudono perché c’è il bank run e nessuno, né famiglie, né imprese, riceva più il becco di un quattrino. Infine, il compito del banchiere centrale è questo, dare liquidità al sistema. Ma poiché le banche sono imprese, in nessun Paese del mondo, vivaddio neppure in Italia, le banche sono obbligate a prestare quattrini. Lo fanno se lo vogliono fare, con piena avvertenza e deliberato consenso sbagliano oppure no, ma sono imprese. Che qualcuno decida a chi dare quattrini fa venire in mente la prima Repubblica e la doppia intermediazione, Istituti di Credito Speciale ed altre stupidaggini tipiche del periodo, come la Cassa del Mezzogiorno e l’obbligo di sottoscrivere le obbligazioni dei banchi meridionali: molto evitabili e molto dimenticabili. In ogni caso, quando al Governo c’era il partito del cui ufficio politico fa parte l’on.le Lupi, si potevano fare tante cose per migliorare il rapporto banche-imprese, anche a costo zero. Ma già, è vero, c’era Tremonti, l’alibi perfetto per non legiferare, che non lo permetteva. Peccato.