John Maynard alla #notterosalive.

Mi capita di fare l’inviato “speciale” per inter-vista.it e di andare a vedere l’ultimo fremito della Notte Rosa, il concerto di Malika Ayane alle 5 del mattino. Ho l’impressione di vedere molti riminesi, che si tratti di una scelta elitaria, la cui collocazione nel programma la rende ancora più tale: e pochi sciroccati, o quasi nessuno, venuti per onore di firma, per poter dire di aver fatto il dritto, tirando l’alba (ma alla cassa del bar c’è la fila per prendere brioche e cappuccino).

Ma intanto il concerto è bellissimo e comincia con una citazione “somewhere over the rainbow” per poi proseguire con le canzoni per cui l’autrice è nota, compresa quella che ha fatto da spot ad una nota azienda di telefonia mobile. Giri tra la gente -tutti quelli che potevano si sono accapparrati i lettini e, coperti alla bell’e meglio, dormono o quasi- ci sono molte coppie, poi tante donne in gruppo, pochi uomini in branco, come forse si è verificato altrove.
Qualcuno non ce la fa più.

E qualcuno piange, alle 5 e 45 del mattino.

Rimane il pensiero, andandosene, che il concerto sia stato come la Notte Rosa di cui fa parte, una sorta di one shot one kill di cortissimo respiro. Perché le ragioni per tornare in Riviera bisogna ri-darsele e la Notte Rosa (che non a tutti piace) sembra finire con sè stessa. Portata via dall’alba, già prima del crepuscolo
