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Non sappia la tua destra quello che fa la tua sinistra.

Non sappia la tua destra quello che fa la tua sinistra.

Il precetto evangelico sottolinea la virtuosità dei comportamenti di coloro che compiono opere di bene e le tengono nascoste, non se ne vantano, non tengono comportamenti farisaici, tipici di coloro cui Gesù Cristo si rivolgeva. Lo stesso precetto, ma decisamente distorto, sembra presiedere alle scelte di quelle banche, Monte dei Paschi in primis, che, come afferma Vitaliano D’Angerio sulla storia di copertina di Plus24 di ieri, si fanno un “esame di coscienza“, promuovendo investimenti etici. E’ nota l’avversione di JM al moralismo che presiede certe scelte, rese possibili, appunto, dal non sapere la destra quel che fa la sinistra. Sono paradossali, al riguardo, due esempi, entrambi ripresi nel reportage. Il primo riguarda proprio Monte dei Paschi, che mentre dichiara solenni principi morali nelle proprie scelte etiche, dall’altra non si scompone nell’impacchettare derivati ed altri prodotti similari per la propria clientela (a tacere della performance della banca, su cui è meglio tacere per non stancare il lettore ferragostano di queste note). Dall’altro c’è la stessa Banca Etica le cui scelte, appunto, etiche, sono rese possibili, per esempio, dall’applicazione di prezzi e tariffe tutt’altro che popolari ai propri utenti, è il caso di dirlo, aficionados. Peraltro lo stesso giornalista cita, a supporto dell’etica delle scelte della banca, innumerevoli esempi di finanziamento di impianti fotovoltaici, sulla cui effettiva sostenibilità e convenienza mi sono persino annoiato di parlare. Resta un interrogativo: quando sarà finita la sbornia delle rinnovabili, a cosa si dedicheranno gli etici amministratori delle (poche) banche etiche?