Una carriera costellata di debiti (it was lip-smacking).
La lettura, perlopiù notturna, del sito del New York Times, offre spesso spunti per un tweet, talvolta, come in questo caso, per riflettere brevemente in un post sul sistema universitario americano. Il pezzo in questione parla del mancato pagamento, da parte degli studenti che hanno ricevuto il prestito d’onore da parte delle banche, garantito dallo Stato, delle rate del prestito stesso, alle scadenze pattuite. Apprendiamo così che 1 studente su 6 è insolvente, per un ammontare di 76 miliardi di dollari. D’altra parte, è questa è la parte che fa pensare che la divisione manichea tra buoni sistemi universitari e cattivi è, appunto, solo uno schema, la cifra totale dell’ammontare dei prestiti non onorati è così interessante da formare oggetto di un vero e proprio business per le agenzie di recupero crediti, che non hanno limitazioni nella raccolta dei prestiti in default. Ciò che fa dire a Jerry Ashton, responsabile di una di esse, che recuperare prestiti non onorati “was lip-smacking“.
L’articolo è interessante perché offre uno spaccato di vita americana che non ti aspetti, come la fuga, non proprio facile, dal Governo, di coloro che non hanno i soldi per pagare e cambiano 4 numeri di telefono in meno di un anno.
Come ha detto John Ulzheimer, responsabile dell’educazione dei consumatori presso SmartCredit.com, azienda che esegue servizi di monitoraggio del credito: “You are going to pay it, or you are going to die with it”