Il “cliente storico”, è una creatura fantastica e mitica.
Negli elaborati dei crediti non performing si mimetizza perfettamente fra gli altri reprobi.
Non appena colpito da un “sollecito ultimativo” si materializza (teletrasporto?) , nelle anticamere dei Direttori Generali.
E lì incominciano, per i bancari che uniscono solerzia e ingenuità, i problemi.
Il localismo, “intangible asset” che ha fatto la differenza fra le piccole banche locali , meglio note come BCC, e il resto del Sistema, rischia, oggi, di diventare il loro principale peccato.
E i peccati, come si sa, conducono alla dannazione (e qualche volta alla pubblicazione sul Bollettino della Vigilanza).
I ricavi da intermediazione si contraggono. Recuperare redditività significa oggi soprattutto limitare le perdite su crediti (“primo, non prenderle” N. Rocco).
Per le posizioni Corporate e i Gruppi sono state predisposte procedure soft come gli art 67 , i 182 bis, il concordato preventivo art. 161. Vengono dibattute nel corso di estenuanti conference call (l’equivalente Business –Style di un minuetto). Eleganti primedonne in grisaglia discutono (traccheggiano ?) in punta di fioretto, ostentando, con studiata nonchalance, la loro confidenza con lo slang da iniziati del mondo finanziario anglosassone. Dirigono l’orchestra entusiasti (pensando alla parcella) e iperattivi Advisors.
Per le posizioni Retail , beh, per quelle, è rissa di strada.
E quando scoppia la rissa, “chi picchia per primo picchia due volte” (Anonimo , ma esperto) .
Nessun timore reverenziale, dunque. Occhio ai sintomi maggiormente predittivi: una rata di mutuo insoluta: allerta. Due: fate alzare i Caccia. Sconfino oltre i 30 giorni: mandate la Fanteria. Mano sul telefono per un appuntamento. Dopo la prima telefonata a vuoto: si scrive.
Avete mai notato che, dati pochi mezzi finanziari a disposizione, il cliente li indirizza sempre sulla posizione debitoria accesa presso la filiale della Big One di fronte a noi ?
Ricordatevi: là, non sono stati più bravi. Solo più svelti.
Giulio S.