L’oroscopo 2018 del Mago Alex per banche, banchieri e bancari (ininterrottamente dal 2009).
Credo che l’Oroscopo, tradizione di fine anno alla quale non riesco a resistere, non sia mai stato così poco incline all’ironia come quest’anno. Eppure materiale per essere feroci ce ne sarebbe in quantità industriale, eventi nei quali il senso del ridicolo è completamente venuto meno non sono mancati e proprio a fine anno è terminato il lavoro della arcinota commissione banche.
Non riesco a togliermi dalla testa la frase, letta su Twitter (e per fortuna che era in decadenza come social) circa l’effetto Kodak per le banche: ovvero, quella difficoltà a cogliere il passaggio al digitale che ha portato quasi alla rovina la storica azienda americana, applicato all’intermediazione bancaria. Eppure non è stata l’incapacità di cogliere il cambiamento a tradire Kodak ma la sua lentezza, insieme alla tranquillità che offriva il trovarsi in una situazione di monopolio.
L’effetto Kodak per le banche non è appena la c.d. Fintech, alla quale al momento io personalmente attribuisco solo un’accelerazione del processo di flying to quality del sistema bancario e delle imprese (le più grandi vanno dalle migliori -che sono quasi sempre le più grandi- e viceversa); è il venir meno stesso della ragione d’essere di alcuni vantaggi tipici di molte banche italiane (localizzazione, informazione, transazione), insieme alla non-necessità dell’insediamento fisico che cambia il modo stesso di stare dentro la competizione.
Il vantaggio sta nella digitalizzazione applicata massivamente soprattutto all’informazione (e tra qualche anno accessibile anche a soggetti non bancari) e nella riduzione dei cosi operativi, ovvero il personale. Il bancario, che legge questo oroscopo dal 2009, sa che gli voglio bene e che vorrei continuare a volergliene ancora a lungo; ma deve sapere con certezza che il panorama intorno a lui è cambiato e che il gioco, un po’ crudele, è quello di girare intorno a un numero di sedie inferiori al numero dei partecipanti al gioco.
Non solo: direi che ci sono e ci saranno sempre meno posti dove giocare. La concentrazione del sistema è il mantra che, unitamente a quello della sana e prudente gestione, ci accompagnerà ancora per molti anni: perché la concentrazione significa stabilità, minori possibilità di crisi, poche grandi banche (10?) che si spartiscono il mercato. Tra queste ci saranno anche Cassa Centrale Banca e Iccrea Banca, che raccoglieranno l’eredità di Federcasse e i valori del Credito Cooperativo: coloro che le dirigono hanno ed avranno molte responsabilità.
Il 2018 è un anno di passaggio: saranno applicati, a quanto pare con gradualità, i nuovi (e più severi criteri) degli IFRS 9 al posto di quelli più laschi contenuti nello IAS 9; al solito, sarebbe bene che chi avesse tempo non aspettasse tempo, anche perché se nessuno in questo momento ha voglia di altre crisi, nessuno può fermare l’acqua con le mani, come insegna il buon Bersani. Chi non ha più tempo sono le imprese, quelle che ancora non sono fallite (e mi resterà sempre il dubbio se sia stato un bene o un male) e che si trovano “tra color che son sospesi”: imprese alle quali non serve la Fintech, ma un buon commercialista, o un buon gestore imprese come se ne trovavano una volta nelle banche locali come si deve.
La torta non è piccola, vengono a mangiarsela anche dall’Oriente; ma le fette non saranno uguali per tutti.
Buon 2018 e buon lavoro a tutti!