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Mariella Burani Fashion Group, cronache da una crisi annunciata. 4a parte, il triennio 2004-2006.

MARIELLA BURANI FASHION GROUP
Il periodo 2004-2006

Premessa metodologica
Anche per l’analisi del triennio che qui viene presentato, i dati sono stati valutati in base al presupposto che l’equilibrio economico sia il fondamento di quello finanziario e che la struttura finanziaria, pur fondamentale nelle scelte dell’azionista e al fine di misurare la credibilità aziendale, da sola non sia sufficiente a qualificare la gestione aziendale. La struttura finanziaria, infatti, ovvero l’insieme dei mezzi propri e dei mezzi di terzi di origine esterna (banche ed altri finanziatori a qualunque titolo), serve a coprire una determinata struttura dell’attivo, che potremmo definire “fabbisogno finanziario” in stock. La struttura finanziaria, pertanto, non qualifica il fabbisogno finanziario, che origina dalle scelte gestionali di sviluppo, crescita, nuovi investimenti, politiche commerciali, prezzi e costi.

Avvertenze per il lettore: i dati presentati sono in .000 di € e per la rielaborazione è stata utilizzata la metodologia R&A t-trend™. Come per le precedenti elaborazioni si presenta il conto economico riclassificato in base al principio della pertinenza gestionale, pur nella necessaria sintesi causata dall’uso del bilancio a norma UE. Nel rispetto “formale” della normativa, MBFG presenta Conti Economici consolidati estremamente sintetici, dove tutti i costi precedentemente disaggregati come costi per servizi, godimento beni di terzi etc…sono raggruppati genericamente come altri costi operativi.
Nello schema di Stato Patrimoniale utilizzato per l’analisi, nonché per la redazione del rendiconto finanziario, tutte le voci che il Gruppo Burani ritiene liquidità e che sottrae ai debiti finanziari per ottenere la posizione finanziaria netta sono stati invece, ad avviso di chi scrive più correttamente, ritenuti immobilizzazioni e/o investimenti di natura finanziaria. Per tale ragione la posizione finanziaria netta comunicata dal Gruppo risulta diversa dalla presente rielaborazione, più restrittiva. Inoltre, nei bilanci del triennio esaminato comincia ad essere applicata pesantemente la prassi di considerare ricavi d’esercizio, ovvero operativi, quelli derivanti da alienazioni di partecipazioni, plusvalenze per cessioni di quote, azioni, etc… Al fine di ricostruire il corretto contributo alla gestione corrente ed alla liquidità delle attività facenti parte del core-business, rispetto a quelle non-core, si è provveduto a rettificare i ricavi ed inserire apposita voce sotto la riga del margine operativo.

Analisi economica.
Nel triennio considerato la crescita aziendale, nell’ordine del +41% delle vendite nette, si accompagna ad un rafforzamento dei margini nei primi due anni (il risultato operativo nel 2005 arriva al 9,25% delle vendite, anche scontando la forte crescita degli altri proventi, confermando così il dato del 2004) ma anche ad una forte crescita degli oneri finanziari, raddoppiati in valore assoluto dal 2004 al 2006.
Tuttavia il dato che balza subito agli occhi e che fa dubitare della bontà delle performance di cui sopra è il saldo del risultato operativo a fine 2006: si deve ribadire che tale dato è diverso da come presentato nei bilanci ufficiali, nei quali le partite extra-caratteristiche vengono, al contrario di quanto imporrebbero trasparenza, best practice e correttezza, imputate ai ricavi d’esercizio.
La soluzione del problema escogitata dai redattori del bilancio del Gruppo MBFG non è, a nostro parere, accettabile, nella misura in cui dichiara essere caratteristici ricavi che non lo sono a motivo del fatto che sono ricorrenti e, pertanto, rientrano nell’attività tipica. Il ragionamento sarebbe condivisibile se si trattasse di una holding di partecipazioni o di una finanziaria, si tratta invece di un gruppo manifatturiero.
Orbene, a fine 2006, al netto degli effetti delle partite straordinarie, il risultato operativo è negativo di oltre 9,6 mln.di €. In sostanza, la capacità di reddito o equilibrio economico del Gruppo si regge sulle partite extra-caratteristiche.

Analisi finanziaria.
La valutazione della dinamica finanziaria d’impresa svolta mediante la redazione del rendiconto finanziario per flussi di cassa, mostra un’azienda in grado, nonostante quanto detto sopra, di generare liquidità nel primo biennio (per oltre 48 mln.di € di autofinanziamento positivo) ma di assorbirne altrettanta -50 mln.di €- a fine 2006. Il risultato di cassa complessivo della gestione viene “raddrizzato” dal contributo della gestione extra-caratteristica, ciononostante il fabbisogno finanziario si incrementa, anche a fine 2006, di 70 mln.di € (per oltre 40 nel 2005). In sostanza, anche nei due anni in cui l’azienda conseguirebbe un risultato di cassa positivo, comunque lo si voglia misurare, il fabbisogno cresce, portando il debito lordo ad oltre il 56% delle vendite ed il capitale investito al 106% delle vendite stesse. L’appesantimento è evidente e la sostenibilità del debito dovrebbe cominciare ad essere messa in discussione.

Analisi della struttura finanziaria e patrimoniale.
Per quanto sopra evidenziato, il debt/equity ratio passa a 1,11, in costante crescita rispetto al passato.
L’indebitamento lordo complessivo è pari a quasi 230 mln.di €, a fronte di un’incomprensibile e costante detenzione di elevati ammontari di liquidità all’attivo, la cui giustificazione sotto il profilo gestionale non è rinvenibile in alcuna parte della relazione sulla gestione, nè nella nota integrativa. Ove si consideri che le immobilizzazioni immateriali, da sole, coprono oltre il 33% del totale dell’attivo e che unitamente alle immobilizzazioni finanziarie, investimenti e liquidità rappresentano quasi la metà dell’attivo, è legittimo dubitare della congruità e della coerenza della struttura finanziaria e patrimoniale adottata, sempre più sbilanciata sul debito, in costante crescita anche come peso degli oneri finanziari.

(Fine 4° puntata. Segue)

© Alessandro Berti, Università di Urbino. E-mail: alessandro.berti@uniurb.it

Burani postIpo 2004_2006

3 risposte su “Mariella Burani Fashion Group, cronache da una crisi annunciata. 4a parte, il triennio 2004-2006.”

Buongiorno Andrea e ben ritrovato! Non avevo bisogno di spunti, ero già abbastanza incuriosito di mio: e inoltre, quando ve ne siete occupati voi, ancora non era manifesta la situazione di mancanza di liquidità e crescita esponenziale dell’indebitamento.
Grazie per il commento, a presto!
prof.

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