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Romania’s got talent.

Romania’s got talent.

Complice Camillo Langone, che più volte lo ha segnalato sulle sue rubriche sul Foglio, mi reco nella bottega sartoriale di Florin Cristea a Castagneto Carducci, dove si fanno bellissime giacche maremmane, e non solo, rigorosamente su misura. Subito mi colpiscono alcune cose, oltre alla cordialità, merce non banale né scontata, del sig.Cristea e di sua moglie: si interessano a me, mi chiedono da dove arrivo, perché sono lì e mi descrivono che cosa fanno. La bottega varrebbe il viaggio, per quanto le foto del sottoscritto non le rendano giustizia (ma non si può essere bravi professori, fotografi e floricoltori nello stesso tempo) staresti lì a repirarne l’aria, ad aggirarti fra specchi, manichini ed altri particolari bellissimi.

Ma ancora più della bottega vale la pena ascoltare la storia del sig.Florin, immigrato romeno, che qualche anno fa rileva la Sartoria Morganti. In quell’occasione gli viene proposto di richiedere un fido bancario quantificato in circa 10.000 €, utili per le prime fasi di ri-avvio dell’attività: il fabbisogno reale sarebbe della metà, ma il suggerimento è di “chiederne di più, non si sa mai”. Florin non accetta, chiede il fido nella versione small e si lancia nel lavoro. Il fido non c’è più, ovviamente, il lavoro grazie a Dio è cresciuto ma c’è una storia degna di essere raccontata.
Anzitutto per il coraggio di qualcuno che ha fatto quello che fanno -o dovrebbero fare- tutti gli imprenditori, ovvero rischiare e metterci del loro, senza affidarsi al sovraffidamento, fenomeno tristemente noto nel nostro Paese. E poi per la scelta fatta di puntare su un lavoro di qualità straordinaria, davvero ben fatto. Florin Cristea fa ai suoi clienti quello che le banche, che dovrebbero fare altrettanto quanto al fabbisogno finanziario, non fanno più ai loro: prende le misure, li conosce, cerca di capire di cosa hanno bisogno e cosa vogliono. E si fa pagare in proporzione, perché dopo che sei stato lì da lui non puoi non aver capito cosa significhi il rapporto qualità-prezzo.
Infine, in mezzo a tante storie di de-localizzazione che forse è presto per giudicare, ma che ormai rappresentano il tratto caratteristico di tanta parte del nostro tessuto industriale, Florin Cristea rappresenta la ri-localizzazione di un talento romeno (nei manuali potremmo scrivere efficiente allocazione delle risorse). Talmente bravo, il nostro, che ti chiedi se la de-localizzazione non sia solo, talvolta, la brama frettolosa di inseguire minori costi, senza puntare sulla qualità. C’è da riflettere.

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Crisi finanziaria Disoccupazione Lavoro

Le paghe miserrime mantengono in vita settori moribondi.

Le paghe miserrime mantengono in vita settori moribondi.

Madonna della Catena che proteggi gli schiavi, proteggi i lavoratori dal giornalista neoschiavista Gian Antonio Stella. Sul Corriere della Sera, il giornale dei faraoni, si compiace del fatto che in Italia nello scorso biennio gli immigrati sono aumentati di ben ottocentomila unità: “Riducono il costo del lavoro”. Certo che lo riducono. Lo riducono talmente bene che a Prato gli operai cinesi per sopravvivere sono costretti a lavorare sedici ore al giorno e a Barletta le operaie italiane lavorano in nero per meno di quattro euri l’ora, come si è scoperto. Oltre al dramma dei singoli, quello della nazione: le paghe miserrime mantengono in vita settori moribondi, senza futuro, e distraggono gli imprenditori da settori nuovi dove più delle braccia conti il cervello (qualcuno ha mai sentito parlare di problemi circa il costo del lavoro in Apple o in Google?). Madonna della Catena, libera dai ceppi i nuovi schiavi e schiaccia il neoschiavismo del Corriere della Sera, il giornale dei proprietari di piantagioni di cotone.

Camillo Langone, Il Foglio, 12 ottobre 2011.

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Lavoro

Nemmeno nel vangelo esistono pasti gratis.

Nemmeno nel Vangelo esistono pasti gratis.

(..) Nel Vangelo l’amore è chiesto da Dio, non imposto da Cesare: non vi si adombra in alcun modo la vigente dittatura dell’altruismo. Nel Vangelo il buon samaritano paga il locandiere perché si prenda cura del ferito, non pretende che lo ospiti a sue spese. Nemmeno nel Vangelo esistono pasti gratis, salvo quelli allestiti da Gesù in persona. Chi non essendo Figlio di Dio si comporta come se fosse umanamente possibile moltiplicare pani e pesci è un falso profeta, oltre che un cialtrone.

Camillo Langone, Il Foglio, 1 aprile 2011

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Mentecatti uniti.

Giuseppe Garibaldi & Giuseppe Mazzini, spiritisti.

Ci sono giorni in cui nemmeno la vista della sanseveria riesce a darmi pace. E allora o mi immergo in un Negroni con il Punt e Mes o in un grosso libro di storia. In questo campo più il libro è grosso, più è rilassante, e l’annale 25 della Storia d’Italia Einaudi, dedicato all’esoterismo, è rilassantissimo: 781 pagine. A pagina 534 scopro che Cavour, Garibaldi, Mazzini e Vittorio Emanuele II, i protagonisti del Risorgimento, erano spiritisti. Gente che faceva ballare il tavolino. In particolare Mazzini aveva una fissa per la reincarnazione e vibrava per ogni orientalata, influenzato dall’occultista lesbica Helena Blavatsky, fondatrice della rivista Lucifer e membro della Fratellanza Trans-Himalayana degli Adepti. Che l’Italia sia sopravvissuta a simili mentecatti è segno che davvero la storia è scritta dagli uomini solo in minima parte. Torno quindi tranquillizzato alla mia sanseveria e ammiro le nuove foglioline, di un verde tenerissimo, che crescono in lei senza che lei abbia deciso alcunché.

Camillo Langone, Il Foglio, 6 maggio 2010