Gino Specchia, operaio metalmeccanico
della Fiat, iscritto da 22 anni
alla Fiom, sarà felice, oggi, nel
constatare quanti suoi compagni sono venuti
a Roma per manifestare, e quanti studenti,
e precari, e quanti insegnanti solidarizzano
con lui, e speriamo sinceramente
che sia una giornata di sole e che Roma accolga
il corteo mostrandosi bellissima. Gino
fraternizzerà, griderà la sua rabbia contro
l’internazionale della guerra ai poveri
che sembra effettivamente molto attiva, diciamo
globalizzata, in tutta Europa, indirizzerà
un paio di slogan e di imprecazioni
contro quel signore col maglioncino blu
che lo tiene in ostaggio, e oltretutto che lo
piglia per il culo spiegandogli la durezza
della vita da supermanager, griderà di volere
qualche garanzia in più per il proprio
lavoro e per il futuro di suo figlio, guarderà
con simpatia, mista a qualche preoccupazione,
i ragazzi dei centri sociali capaci di
parole d’ordine così decise, finché, arrivando
come trasportato da un fiume in piena
nella grandiosità di piazza San Giovanni,
avvertirà due dita battergli sulla spalla.
Sarà l’irriducibile Giorgio Cremaschi, sorridente
e felice, il quale gli dirà: “Ehi, compagno
Gino, ti piace questo vicolo cieco?”.
Andrea’s Version, Il Foglio, 16 ottobre 2010