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ABI Alessandro Berti Analisi finanziaria e di bilancio Banca d'Italia Banche Crisi finanziaria Imprese Liquidità PMI

Informare male, fa male: non giudicare è peggio (ancora su banche e imprese).

Informare male, fa male: non giudicare è peggio (ancora su banche e imprese).

Stefano Elli scrive sul Sole 24 Ore di oggi, 10 maggio 2020.

Impresa di abbigliamento (chiusa). Fa richiesta in banca dei 25mila euro del decreto liquidità. La banca nega: posizione segnalata in Centrale rischi. Quindi niente soldi. Richiesta analoga da agenzia turistica (inattiva). Domanda respinta. Stessa motivazione. Padroncino autotrasportatore (fermo). Chiede finanziamento. Negato: medesima ragione. Non si contano più le mail giunte al Sole24 Ore che rappresentano lo stesso umiliante canovaccio. Chi non ha pagato rate, leasing, affitti, per più di due mesi consecutivi si ritrova sul capo la fiammella segnalatrice di elevato rischio creditizio. Una pentecoste debitoria che significa una cosa sola niente soldi. Almeno per coloro che si trovavano in difficoltà già prima del Covid-19. Perché per gli “investiti” dal tornado coronavirus almeno uno scudo c’è: le linee guida dell’Abi ,sulla scorta di quanto previsto dal decreto liquidità, prevedono che la garanzia venga concessa anche in favore dei debitori sofferenti o deteriorati purché tale classificazione non sia precedente al 31 gennaio 2020. Oltre a questo per finanziamenti sino a 25mila euro non si prevede alcuna attività istruttoria.

D’altra parte il titolo dell’articolo è Una odissea per 2 milioni di cattivi pagatori. Sottotitolo. Molte Pmi sono escluse dai crediti garantiti perché erano in crisi prima del Covid.

Da quando è cominciata la crisi da Covid-19, Il Sole 24 Ore, probabilmente per un riflesso pavloviano, si lamenta per conto delle imprese, deprecando la qualunque: con questo articolo, unitamente alla lamentela pubblicata su Sosliquidità l’altro giorno del famoso (famigerato?) commercialista che parlava di richieste lunari, si sale in un crescendo che dimentica, con disinvoltura eccezionale, i mille discorsi fatti sul mercato e la concorrenza.

Qualcuno dovrebbe spiegarmi perché un imprenditore che ha chiuso e che è stato segnalato in CR come sofferenza prima del 31.1.2020 deve essere finanziato da qualche altra banca: perché?? Dove è scritto che alle banche competa la previdenza sociale? L’articolo prosegue, sulla scorta di molti che ho letto in questo periodo, parlando di non necessità di istruttoria per le pratiche di fido inferiori a 25.000 €. Non è vero. Non è così. Anche per questa, che è pura e semplice beneficenza travestita da operazione di prestito, la banca dovrebbe fare un’istruttoria (e grazie a Dio, a mia notizia e per i contatti che ho, la fa e spesso dice di no); per chi non è convinto, basti andare a leggere l’orientamento dell’Autorità bancaria Europea o ABE (EBA per gli anglofoni) che fa chiaramente capire che, tanto più in un’ottica di medio termine, non si può che chiedere business plan, progetti, bilanci numeri. Perché i progetti vanno selezionati, le imprese vanno scrutinate, tanto più adesso. Non si possono finanziare le perdite di chi perdeva già senza neppure chiedergli come pensa di fare per non perdere più.

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Banche Bolla immobiliare Imprese Indebitamento delle imprese Inter

Cliente sperimentato (favorevolmente).

Cliente sperimentato (favorevolmente).

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Apprendo che Thohir avrebbe comprato la beneamata nonostante i debiti, confidando nella credibilità acquisita presso le banche orientali che da tempo seguono il suo gruppo e con l’idea di ri-negoziare (leggi: consolidare) i debiti finanziari, che in indonesiano si dice Konsolidasi utang. Non so come si facciano le istruttorie di fido in indonesiano, ma ho idea che ci abbiano scritto qualcosa che assomiglia molto all’ultima variante di  “cliente storico” che ho sentito settimana scorsa durante un master, ovvero “cliente sperimentato”. Immagino che ci sia anche un bel business plan, secondo le best practices anglosassoni trapiantate in Oriente. Intanto Hernanes ce lo siamo comprati con i soldi del titolare (articolo in partita doppia: banche a titolare conto versamenti) a dimostrazione che in attesa di fare soldi con il brand, le squadre di calcio vanno avanti a debiti ed iniezioni.

Un’ultima cosa: pare che ci sia un raffreddamento sulla costruzione dello stadio di proprietà, e non posso che rallegrarmene se oltretutto ciò significa riqualificare il Meazza (Luci a San Siro l’ha scritta Vecchioni, qualche cantautore milanista potrebbe al più scrivere Una sera da Giannino). La seconda squadra di Milano ha fatto la sede nuova ma, a quanto pare, il gioco non è migliorato: d’altra parte, lo stadio di proprietà è così decisivo che in Gran Bretagna tutte le squadre hanno la stadio di proprietà, ma gli scudetti li vincono sempre gli stessi. Si chiama “robusta correlazione statistica” dell’evidenza empirica riguardo al legame tra immobili e business.

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Alessandro Berti Banche Banche di credito cooperativo Crisi finanziaria Fabbisogno finanziario d'impresa fiducia Indebitamento delle imprese PMI

Mexican standoff.

Mexican standoff.

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Metti un sabato mattina a Pratola Peligna (AQ), con imprenditori, enti locali, associazioni e una banca, la banca locale per eccellenza del territorio, la Banca di Credito Cooperativo di Pratola Peligna, appunto. Metti il sottoscritto a parlare di relazioni di clientela a partire dal concetto, subito posto in positivo, della sinergia. Metti che succede quello che non ti aspetti, ovvero che anziché coltivare il lamento e la cultura del sospetto reciproco, rimanendo nello stallo alla massicana di cinematografica memoria (i.e. http://www.youtube.com/watch?v=COPDrCI-edI) la banca dice che vuole continuare ad aiutare il territorio e gli imprenditori presenti raccontano che è vero, che è possibile e che, almeno in parte, già avviene.

Ho parlato a queste persone, ma soprattutto sono stato con loro, ascoltando le loro storie, progettando il futuro, ragionando di quello che si potrebbe fare, anzitutto, per la cultura d’impresa, ossia per rendere le scelte aziendali –tutte le scelte, non solo quelle finanziarie– più consapevoli. Se tutti coloro che lavorano in banca e coloro che li guidano avessero la capacità di ascolto e di mettersi in gioco che ho potuto sperimentare alla Bcc di Pratola, forse le imprese non non se la passerebbero meglio: ma sarebbero certamente meno sole.

Grazie per l’accoglienza, a tutti coloro che ho incontrato. Spero di rivedervi presto.

 

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Banche Bolla immobiliare Fabbisogno finanziario d'impresa Indebitamento delle imprese PMI

Si-può-fare! (bolla immobilare 2).

Si-può-fare! (bolla immobilare 2).

Accade che Agip abbassi i prezzi della benzina per il week-end; accade che anche le altre compagnie, con qualche rara eccezione, si adeguino prontamente; accade che tutti siano contenti e che, addirittura, ci siano le code ai distributori di benzina.

Accade, lo abbiamo constatato: come diceva il dr.Frankenstein, “Si-può-fare!”.

E se si-può-fare per la benzina, hai visto mai, si può fare anche per gli immobili. Si può provare a rendere più liquide quelle garanzie che bloccano tutto, a trasformare in denari quei beni che nessuno vende perché non vuole abbassare i prezzi, perché si è innamorato del proprio magazzino immobiliare: e non rimborsa i prestiti alle banche, che non li concedono a nessun altro perché i fidi non ruotano ed è meglio evitare i decreti ingiuntivi. Certo, per farlo ci vogliono le palle, ovvero i capitali (ed ENI li ha) e ci vuole un po’ di capacità di rischiare: quella che gli immobiliaristi non hanno (altrimenti perché farebbero quel lavoro?).

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Banche Banche di credito cooperativo Capitale circolante netto operativo Crisi finanziaria Cultura finanziaria Educazione Fabbisogno finanziario d'impresa Indebitamento delle imprese PMI

Per ora rimando il suicidio (far finta di essere sani).

Per ora rimando il suicidio (far finta di essere sani).

(Non sanno se ridere o piangere, battono le mani).

Accade tutto contemporaneamente, troppo in sequenza per non pensarci. Dopo una fastosa ed impegnativa presentazione di quasi un mese fa -nella quale non ero stato né tenero né accondiscendente verso le imprese- al Museo 1000 Miglia di Brescia, mi comunicano che la Scuola d’Impresa, modulo sui rapporti banca-impresa, è saltato per mancanza di iscritti. A Brescia, dove i promotori sono ricchi e forti, sono tanti e la sensibilità imprenditoriale non è mai mancata.

Poi riparlo con la responsabile marketing di una Banca di Credito Cooperativo, che mi ha chiesto di stendere i contenuti di due progetti formativi, uno destinato ad imprenditori che avevano già partecipato a precedenti iniziative, uno per soggetti che non abbiano mai fatto formazione in materia finanziaria. Cerco di modulare il tutto, faccio il fine tuning, taglio, cucio e faccio le asole, evito di spalmare il tutto su troppe giornate, sintetizzo e stipo: insomma, faccio due vestiti su misura, richiesti con urgenza.

Telefonata dopo qualche giorno:

Ciao, abbiamo guardato le tue proposte: non potresti metterci qualcosa di più commerciale?

– Volentieri, ma cosa intendi dire?

Intendo che non possiamo parlare sempre delle stesse cose, del fabbisogno finanziario e del ciclo monetario: gli imprenditori queste cose le conoscono (sic); dovremmo parlare di qualcosa che dia il senso di un’evoluzione futura positiva (ri-sic).

– Cioè?

Secondo noi dovresti parlare del credit crunch, dovresti dire che finirà: dovresti mostrare dei dati che facciano capire che se ne può uscire. Dovresti parlare di cose positive, altrimenti non vengono.

– Ma io pensavo di parlare di ciclo monetario, di come affrontare la carenza di liquidità, di come provare a relazionarsi costruttivamente con le banche…

Se parli di queste cose non vengono: cambia, altrimenti non si fa.

Clic.

 

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Crisi finanziaria

Prima di uccidersi ha gridato di non voler lasciare debiti ai suoi figli.

Prima di uccidersi ha gridato di non voler lasciare debiti ai suoi figli.

Il mar Egeo, che bagna Atene, prende il nome da un padre suicida: il mitico re che si gettò nelle acque di quel mare da una rupe, convinto che il figlio Teseo fosse stato ucciso dal Minotauro. C’è disperazione paterna, non solo invito alla rivolta, anche nel suicidio del farmacista pensionato che si è sparato pochi giorni fa di fronte al Parlamento greco. “Giacché ho un’età che non mi permette di reagire con forza (senza ovviamente escludere che se ci fosse stato un primo greco a imbracciare un kalashnikov, io sarei stato il secondo) non vedo altra
soluzione che una fine dignitosa prima di dover cominciare a rovistare nella spazzatura per cercare cibo”, ha lasciato scritto Dimitris Chistoulas, che prima di uccidersi ha gridato di non voler lasciare debiti ai suoi figli. (Nicoletta Tiliacos, Il Foglio, 7 aprile 2012).

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Crisi finanziaria Disoccupazione don Giussani Educazione PMI

Con i soldi che portava a casa mangiavamo.

Con i soldi che portava a casa mangiavamo.

Non mi permetto di giudicare la storia, raccontata oggi dal Corriere Veneto, di un imprenditore e di sua moglie, lui salvato da lei dal suicidio, lei subito dopo decisa a prostituirsi pur di sfamare la famiglia. Basterebbe l’ammonimento evangelico a non giudicare per non essere giudicati; e rammentare che c’è una Misericordia più grande di ogni nostra, personale, miseria. Però non riesco a finire questa giornata senza pensare a questa vicenda piena di dolore e di solitudine. Il dolore di chi non riesce più, attraverso il lavoro, ad esprimere fino in fondo la propria vocazione: e la solitudine di lui che decide di farla finita, di lei che per aiutarlo si prostituisce.  Non ci sono insegnamenti da trarre, non ci sono lezioni, ci sono domande, per ognuno di noi. Ogni volta che leggo di queste cose mi chiedo se con il mio, di lavoro, potrei fare di più. Se non si debba insistere di più con la formazione alle imprese, a parlare e riparlare di metodo, di affronto della realtà, di una compagnia di persone che ti possa aiutare, dandoti, appunto, un criterio ideale ed un’amicizia operativa. Se non si debba continuare a parlare, con tutti coloro che si lamentano e pensano che il problema sia fuori di loro: non necessariamente per risolverlo, ma per far capire loro che li riguarda e che dovranno affrontarlo, ma che non sono soli. Che non c’è niente da dare per scontato ma, proprio per questo, si può chiedere: agli amici, a chi hai accanto, a chi si mostra vivo di fronte a te. Vuol dire anche che bisogna “farsi vedere” di più: che ci siano iniziative, opere, scuole, che costruiscano questo atteggiamento di fronte alla realtà. Vuol dire insegnare ai bancari che le imprese sono fatte da persone e che occorre rapportarsi con loro per capirle fino in fondo; vuol dire insegnare alle imprese che la realtà è fatta di numeri e che fare impresa è una responsabilità; vuol dire insegnare ai miei studenti, in università, che la realtà non sta dentro gli schemi delle teorie economiche, ma che è molto più grande. Vuol dire, in finale, sperimentare per sè e per gli altri quello che don Giussani insegnava dicendo: “Se ci fosse un’educazione del popolo, tutti starebbero meglio.”

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Borsa calcio minore Indebitamento delle imprese IPO Silvio Berlusconi

Quotare un po’ di debiti: e poi?

Quotare un po’ di debiti: e poi?

Quotazione o cessione di una minoranza. Due ipotesi per il futuro prossimo dell’Ac Milan, dopo la sentenza del Tribunale di Appello di Milano che ha condannato la Fininvest della famiglia Berlusconi, proprietaria del club rossonero, a risarcire con 560 milioni di euro la Cir di Carlo De Benedetti. L’Ipo, secondo indiscrezioni, sarebbe una delle idee sul tavolo con destinazione l’Hong Kong Stock Exchange, dove già il Manchester United debutterà con l’obiettivo di raccogliere 1,7 miliardi di sterline. Secondo indiscrezioni i dirigenti della Borsa asiatica, dove già si è quotata Prada e che punta ad attrarre marchi italiani conosciuti in tutto il mondo, avrebbero mostrato interesse per l’Ipo del Milan. Quest’ultimo resta un brand tra i più noti in Asia dove può contare su milioni di tifosi.

Altra opzione potrebbe vedere la Fininvest cedere una minoranza corposa del Milan in aumento di capitale. La holding dei Berlusconi potrebbe restare in maggioranza, ma il club avrebbe le risorse necessarie agli investimenti grazie al nuovo socio. In passato si erano avvicinati al dossier investitori arabi e il gruppo petrolifero russo Gazprom. Proprio la strada russa sembra ipotizzabile viste le buone relazioni tra Silvio Berlusconi e Vladimir Putin e altri oligarchi di Mosca. L’opzione di un disinvestimento della Fininvest circolava in ambienti finanziari, ormai da alcune settimane, in prossimità della decisione del Tribunale di Appello di Milano.

Così Carlo Festa su Finanza e Mercati del 12 luglio. JM è notoriamente di sponda nerazzurra, ma ricorda bene i bilanci pre-IPO di Lazio e Juve, per non parlare della Roma. Furono quotazioni fatte per fare cassa, debiti venduti al mercato, senza neppure prospettive reali di sviluppo. Solo la Juve sta completando l’investimento nello stadio di proprietà che tuttavia, dal punto di vista del gioco, ha lo stesso effetto che ha sulla qualità dei prodotti la proprietà del capannone dove ha sede la manifattura. Perché il merchandising e tutto il resto sono una gran bella cosa, ma non c’è garanzia di buon calcio e risultati solo con lo stadio di proprietà. D’altra parte, lo stesso Manchester che si quota a Hong Kong non riuscendo a pagare gli stipendi chiese ai suoi stessi campioni di sottoscrivere propri bond.

Silvio Berlusconi ha già venduto una volta i suoi debiti al mercato, grazie a Cesare Geronzi. Ma era la Fininvest e si tratta di un’azienda che soddisfazioni agli azionisti ne ha date. Il Milan ha dato purtroppo soddisfazioni ai suoi tifosi, ma il bilancio piange un profondo rosso, di oltre 69 milioni di euro. Perché comprare azioni di una società che difficilmente distribuirebbe dividendi? Infine, l’ipotesi della cessione della minority potrebbe avere senso se accompagnata alla quotazione, per rendere liquido l’investimento: ma chi avrebbe interesse ad acquistare una società dove il Presidente quando si sveglia la mattina vede nello specchio il suo ego smisurato e lo idolatra? Quale oligarca farebbe il portatore di borracce a Galliani? E quale sceicco? Il calcio è un bellissimo giocattolo, ma se ti diverti vincendo, devi anche sapere che è costoso, irrimediabilmente. Si possono fare soldi nel calcio, come Pozzo o come Cellino: ma non si vincono mai scudetti.

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Banche BCE Indebitamento delle imprese Mutui e tassi di interesse PMI Ripresa

La stangata.

La stangata.

Il titolo del fortunato film di George Roy Hill è divenuto da tempo sinonimo di duro colpo inferto a qualcuno: si va dalla stangata sui risparmiatori, a quella sulle imprese, fino alle squalifiche in campionato. L’abuso del termine lo depotenzia, come al solito, e cosparge di uniformità fenomeni che andrebbero pesati con misure diverse. Così è difficile credere che il rialzo di un quarto di punto dei tassi deciso dalla BCE, pur in presenza di possibili nuovi rialzi, possa rappresentare davvero una stangata da 1,3 miliardi (così si è espresso Il Sole 24 Ore Lombardia nella sua inchiesta sui nodi del credito di mercoledì 6 aprile). Più in piccolo, naturalmente, si legge che l’aggravio annuo è di 1.800 euro.

Difficile ragionare e fare informazione seriamente con titoli di questo tenore, anche se nel corpo dell’articolo il direttore generale di Artigianfidi Lombardia afferma che “come sistema associativo dobbiamo parlare meno di credito in senso stretto e più di finanza“, inquadrando correttamente il problema della gestione delle risorse finanziarie nelle Pmi in termini qualitativi e non quantitativi, di sostenibilità e non di semplice copertura. Oltretutto, proprio come il fotovoltaico, anche la questione tassi di interesse rischia di portare l’attenzione degli imprenditori lontano dal vero snodo cruciale della gestione nell’immediato futuro e nei prossimi anni, ovvero la competitività. Quella che si esprime alla riga del bilancio che non comprende gli oneri finanziari, la riga del risultato operativo.

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Banche Fabbisogno finanziario d'impresa Indebitamento delle imprese PMI

Nuovi rating per piccole e micro-imprese 4.

Rating andamentali – classi di rischio

Capitone: il cliente capitone ha sempre grassi saldi entro i limiti. Non sconfina, nemmeno per valuta. Negozia con la banca su ogni cosa, praticamente è impossibile fargli pagare qualcosa in più del dovuto, è un vero e proprio G.A.A.M. Di norma ha un’impiegata più rognosa di lui, che prende a cuore l’estratto conto come se fosse il suo. Non porta grandi contributi al margine di intermediazione, è difficile persino vendergli prodotti di raccolta.

Anguilla: il cliente anguilla offre alla banca maggiori soddisfazioni, soprattutto economiche. Presenta normalmente saldi avere, talvolta sconfinanti, ma solo per valuta. Pianifica, di norma, gli utilizzi, ma può capitare che preannunci utilizzi più elevati o sconfini temporanei. È di norma affiancato da un’impiegata tosta, tipo sergente dei marines, che verifica continuamente le condizioni e gestisce l’assegnazione del portafoglio come un banditore di Christie’s.

Buratello (essere sulla schiena del): il cliente che si trova sulla schiena del buratello sta camminando sull’orlo del precipizio, ma non lo sa. Sconfina di frequente, e molto spesso i suoi assegni stanno fermi un giro. I suoi sconfini non sono sempre preannunciati, ritiene tuttavia che le banche dovrebbero essere meno rigide e formali. È assistito da un contabile disposto a tutto e molto assertivo. Viene spesso richiesto di “portare fatture”, richiesta idiota che, da un cliente come lui ottiene la meritata “risposta Tanzi”, ovvero fatture generate random, a clientela purchessia. Quando gli rinnovano gli affidamenti si prende 15 giorni di ferie, se li è meritati: naturalmente, preleva dal fido.

Mazzòla (avere la testa come una): il cliente classificato in questa ultima, estrema, scala, presenta svariati problemi. Anzitutto manifesta evidenti limiti culturali (altrimenti non avrebbe la testa come una mazzòla, che è il pesce più stupido dell’Adriatico, così stupido che potrebbe affogare). Inoltre è probabile che abbia ottenuto un rating qualitativo del tipo “cinghiale a pelo lungo”, totalizzando così caratteristiche che lo rendono un vero animale creditizio. Pensa che le banche siano rubinetti da aprire ogni qualvolta sia necessario per le proprie esigenze di liquidità. Presenta gli indicatori di anomalia andamentale più elevati, è riuscito ad ottenere la moratoria perché la banca si era distratta. È candidato a non pagare due rate di mutuo consecutive appena scadrà la moratoria, può fare del male.