#ilmagazzinoèfalso, #ccnopertutti, #ilsegretoèconoscerelaspugna.
Venerdì è terminato un corso, il primo dopo molto tempo, destinato a formare consulenti e gestori imprese per le Bcc dell’Emilia-Romagna. Non può che farmi piacere notare, nel desolante panorama del sistema bancario italiano, che ci siano banche che decidono di investire sulla relazione anziché, come predica qualcuno, sulla transazione, vendendo polizze, fondi di investimento e carte di credito (dimenticando che il loro conto economico poggia e potrà appoggiare anche in futuro soltanto sul margine di interesse, pena lo stravolgimento di quella che a qualche somaro piace chiamare mission).
Non mi stupirò, invece, mai abbastanza, per tutte le volte che, dentro il lavoro d’aula, certamente molto prolungato (ci siamo visti a intervalli regolari per quasi due mesi) nasce un rapporto davvero speciale con una classe di persone i cui hashtag, solo parzialmente riportati nel titolo, la dicono lunga su quanto si potrebbe ottenere dal lavoro bancario se solo si fornissero i criteri e gli strumenti. E la sorpresa con cui, molto spesso, chi mi ascolta riflette sulla probabile inattendibilità dei dati del magazzino (che è liquidità solo nel caso fumettistico di Zio Paperone) è sintomatica di quanto sia desueto un approccio critico, non in quanto negativo, ma in quanto finalizzato ad orientare correttamente la relazione. Anche se è comprensibile che trovare le parole per dire ad un cliente -che peraltro ti paga, o dovrebbe- che il suo magazzino è falso non sia proprio facilissimo…
Auguro a tutti gli amici che hanno partecipato alle lezioni sulla consulenza alle Pmi in questi giorni a Rimini di potersi sporcare le mani presto sulla realtà, lavorando sul difficile crinale di un aiuto che è, anzitutto, finalizzato a salvaguardare l’impresa come centro di esperienza, fattore umano, storie di lavoro. Ma soprattutto auguro ai loro clienti di poterli incontrare in questa veste, perché vorrà dire che le loro banche, finalmente, hanno deciso di aiutarli, andando oltre la semplice questione dell’erogare quattrini.
Infine, come ricordava il mio Maestro Giampaoli, non c’è nessuna paga che possa equivalere alla soddisfazione interiore nel vedere facce come queste. Ovvero di persone che si sono implicate, messe in discussione e hanno lavorato, insieme. Grazie a ognuno di loro.