“Questo signore non è una meteora, quando dice di pensare a portare Fiat fuori dall’Italia, lo pensa veramente”.
Francesco Giavazzi, intervista al Foglio.
“Questo signore non è una meteora, quando dice di pensare a portare Fiat fuori dall’Italia, lo pensa veramente”.
Francesco Giavazzi, intervista al Foglio.
Conosciamo bene le regole dei mercati.
Il loro andamento è determinato dalla domanda e dall’offerta, e trovano il loro equilibrio all’incrocio di queste due funzioni.
Nella ricerca di questo equilibrio, non adottano principi etici e non sono condizionati da fattori o legami emotivi.
Se lasciassimo il mercato libero di agire, alla sua maniera, le prospettive per la Fiat in Italia non sarebbero buone.
La verità è che l’unica area del mondo in cui l’insieme del sistema industriale e commerciale del Gruppo Fiat è in perdita è proprio l’Italia.
Lo è quest’anno come lo è stato lo scorso.
Sergio Marchionne, Meeting di Rimini, 26 agosto 2010
Nel 1701, l’ufficiale francese Antoine de La Motte Cadillac fondò un insediamento fortificato chiamato Fort Pontchartrain du Détroit dal nome del conte di Pontchartrain, ministro della marina sotto Luigi XIV. L’insediamento prosperò come centro commerciale di pellicce ed il porto offriva riparo alle navi francesi che solcavano i Grandi Laghi. (da Wikipedia)
Se Fiat taglia per prima il traguardo della pubblicazione dei conti semestrali, avvenuta il 22 luglio u.s., sono ancora molte le società che brillano per la loro assenza.
Fra esse, ma era difficile dubitarne, vista l’entità della crisi, Mariella Burani Fashion Group, di cui ci siamo occupati e continueremo ad occuparci in questo blog.
Se la palma del più tempestivo va data a Marchionne, il quale ben altri meriti, evidentemente, ha acquisito, stupisce il ritardo, ormai di due mesi, nella pubblicazione dei conti di aziende che, per struttura, organizzazione, management e risorse dovrebbero avere con prontezza e rapidità tutto sotto controllo, giorno per giorno.
Stupisce, soprattutto, che questo non accada per un Gruppo, MBFG appunto, che non solo ha offerto pessime notizie ai suoi azionisti, dai conti di periodo alla proposta di aumento di capitale, ma, in aggiunta a tali non commendevoli performances, non tiene aggiornato il mercato sullo stato dell’arte.
Intendiamoci, i tempi -formalmente- sono rispettati. Ma fra il rispetto formale delle regole e la sostanza, passa una sensibilità che può essere data solo da un certo tipo di cultura finanziaria ed imprenditoriale. E questa, come lo stile, non è democraticamente diffusa fra la popolazione.