Dunque ci sarebbe l’accordo, in sede UE, a partire dal 2011, per il varo dell’Autorità Europea su banche, assicurazioni e mercati. Le tre Autorità avranno sede a Londra, Francoforte e Parigi, e saranno affiancate da un ulteriore organismo, il Comitato Europeo per i rischi sistemici (ESRB o European Systemic Risk Board), il cui compito sarebbe quello di “lanciare allarmi” ma senza poter dichiarare lo stato d’emergenza finanziario.
Come per gli USA, con il Financial Stability Oversight Council, la risposta alla grande crisi finanziaria è stata una moltiplicazione di autorità, nazionali e non, i cui compiti -come da dibattito ormai decennale fra gli economisti del settore- si sovrappongono e non sono sempre certi. A tacer del fatto che, di norma, si creano nuove burocrazie, come sempre, a futura memoria, dure a morire. E’ difficile immaginare l’efficacia del nuovo Comitato per i rischi sistemici senza sapere quale sia la sua dotazione di risorse, il suo osservatorio ed i dati rilevanti di cui potrà disporre, senza dimenticare che, al momento attuale, pare poco più di un cane da guardia, magari molto grosso e cattivo, ma legato alla catena. Infine, non c’è autorità senza esercizio delle medesima e dei poteri che ne conseguono: che nel caso di specie dovrebbero corrispondere alla possibilità di irrogare sanzioni, significativamente elevate e dissuasive, elemento che al momento non si intravvede. Il buon senso, per intanto, dice che si potrebbero rafforzare i coefficienti patrimoniali di Basilea 3. E checché ne dica il Ministro dell’Economia, non è proprio un gioco da bambini.