Categorie
Banca d'Italia Banche BCE Unicredit Vigilanza bancaria

Cara, posso spiegarti tutto.

Cara, posso spiegarti tutto.

Roy Lichtenstein, Crying girl

Giovedì o venerdì si terrà l’incontro informativo convocato da Ccb con i vertici delle circa 80 Bcc che fanno parte del gruppo. L’appuntamento è molto atteso, perchè il sistema vuole capire il senso dell’operazione voluta dai vertici della capogruppo. Secondo quanto emerso sinora l’ingresso in Carige sarebbe considerato come un’opportunità per lo sviluppo sul fronte informatico e del risparmio gestito, oltre alla presenza territoriale. Un approccio di questo tipo – considerata anche l’opzione a salire nel capitale di Carige – lascia presupporre che l’obiettivo di Ccb sia, nel tempo e al verificarsi delle condizioni, quello di assumere una posizione di controllo della banca genovese investendo, tra equity e bond subordinato, un importo non lontano da 600 milioni. Se questo scenario si concretizzasse, un gruppo bancario che fa perno sul credito mutualistico senza fine di lucro e basato sulle garanzie incrociate per garantire i requisiti patrimoniali, che assieme conta 1.500 sportelli, diventerebbe socio di riferimento di una spa con 500 sportelli sul territorio. Un passo molto lungo da spiegare al management delle 80 Bcc affiliate. Altro aspetto sul quale è concentrata è il prezzo al quale verrà fissato l’aumento di capitale da 700 milioni.”

Così Luca Davi e Laura Serafini sul Sole 24 Ore di ieri, 30 luglio. Non ho idea del piano strategico che ci sia dietro tutto questo, né che cosa Cassa Centrale Banca abbia in mente di fare nel concreto, bancassicurazione, risparmio gestito o cosa: il buonsenso mi dice che un Gruppo che vuole crescere, anche in vista di possibili-probabili future aggregazioni, mette in conto nel frattempo di digerire operazioni che sono comunque importanti (a occhio e croce, un terzo della propria dimensione, se gli sportelli sono una buona proxy) e che in prospettiva sarebbe superficiale trascurare. Ora, quando l’Unicredit di Alessandro Profumo cresceva per linee esterne a suon di acquisizioni, nessuno ha mai messo in discussione quelle scelte, tantomeno in base a criteri morali. Giudizi morali o valoriali, mai ascoltati. E invece adesso qualcuno devespiegare al management di 80 banche affiliate” perché una banca che ha come riferimento il credito mutualistico fa un’operazione di questo tipo.

Paradossalmente, si intravvede del moralismo proprio in giudizi di questo tipo, che evidentemente non si nutrono di simpatia nei confronti della cooperazione di credito: simpatia che, peraltro, il sottoscritto non ha mai nascosto. Ma non serve la simpatia per rammentare che nella cooperazione il profitto è prima di tutto un vincolo, poi un mezzo e comunque non un fine, e che la riforma delle Bcc era finalizzata a rafforzarle anche attraverso una capogruppo in grado di raccogliere capitali freschi, che dovrebbero pur essere remunerati. O no?

Di johnmaynard

Associate professor of economics of financial intermediaries and stock exchange markets in Urbino University, Faculty of Economics
twitter@profBerti

2 risposte su “Cara, posso spiegarti tutto.”

Mi permetto però di ricordare al mio stimato professore che non ci si improvvisa banchieri se fino al giorno prima si faceva – a tutto voler concedere – i bancari. E ciò senza tacere che è quanto meno cortesia spiegare a chi mette l’equity dove vanno i denari….

"Mi piace"

Non posso rispondere del fatto altrui 🙂 egregio/a estimatore/trice. Credo che la spiegazione verrà data a giorni, se quel che leggo sull’articolo da me citato è vero. Mi pare che il giudizio sia ingeneroso e, soprattutto, un po’ troppo “preventivo”, come quello dell’articolo peraltro, quasi a voler giudicare in anticipo qualcosa che deve ancora essere fatto. L’America non è stata fatta in un giorno, figuriamoci uno dei primi dieci gruppi bancari in Italia.

"Mi piace"

Lascia un commento