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Banca d'Italia Banche Banche di credito cooperativo Bolla immobiliare Crisi finanziaria Inter

A proposito di bad bank…(pensiero stupendo).

A proposito di bad bank…(pensiero stupendo).

AC Milan's forward Mario Balotelli shows his jersey at the end of the Italian Serie A soccer match between FC Inter and AC Milan at Giuseppe Meazza Stadium in Milan, 13 Settembre 2015. ANSA/ DANIEL DAL ZENNARO

Ci voleva il Derby per farmi tornare a comprare il Corriere della Sera del lunedì: l’unica cosa buona del tutto è stata ri-leggere il Corriere Economia, poiché il servizio nelle pagine di sport era assai insulso ed il commento dimenticabile. Molto meglio il pretoriano-morattiano Fabio Monti, ma tant’è…

Detto del Derby, Fabrizio Massaro (omen nomen?) mi fa compagnia in una cena solitaria di #turismofinanziario e mi fa riflettere sulla bad bank, l’oscuro oggetto del desiderio di molte banche. Il meccanismo è noto, ma lo ripeto a beneficio dei miei piccoli (studenti) lettori: una società-veicolo compra i crediti non performing (o NPL) dalle banche, liberando i bilanci delle stesse dall’ingombrante presenza del credito deteriorato. Le banche incamerano qualche spicciolo, la differenza tra valore di libro del credito e valore di mercato sono perdite. Hic sunt leones. Una bad bank fatta per salvare un intermediario creditizio dai suoi crediti deteriorati compra i crediti ad un valore superiore a quello di mercato e le perdite gravano in misura minima sui bilanci bancari: in Italia è già successo con il Banco di Napoli, le perdite le abbiamo pagate tutti. Ma non c’erano gli euri, la disciplina degli aiuti di Stato era meno stringente e tante altre belle (?) cose. Ora non è più così: e se la bad bank dovesse essere varata, anche con il favore della UE, resterebbe a carico del contribuente l’onere dell’operazione. Meditare necesse est.

Solo un piccolo particolare: il buon Massaro giustamente parla nel suo articolo dei problemi legati alla giustizia civile ed alla lunghezza dei relativi processi (nonché delle esecuzioni, immobiliari e non), oltre che della natura dei crediti deteriorati, a suo dire più facili da stimare se di natura immobiliare e più complessi se relativi ad imprese. Trascurando, almeno all’apparenza che, con buona pace di chi oggi criticava Orfini su Twitter, le banche usano i soldi dei risparmiatori e devono applicare i criteri di “sana e prudente gestione“: ovvero, non solo non c’è banca al mondo che non richieda le garanzie ma, soprattutto in Italia, le garanzie hanno supplito al deficit di tecnica bancaria per fare prestiti a tutti, imprese soprattutto comprese. Fatta la bad bank ed eliminate le scorie nucleari degli NPL, chi impedirà alle banche di continuare a fare cattivo credito? Non la vigilanza europea, non allo stato degli atti: e, vista la devastazione operata dall’inizio della crisi, non la Banca d’Italia. Pensiero stupendo, nasce un poco strisciando: la bad bank incentiva l’azzardo morale e toglie le castagne dal fuoco. Alla Banca d’Italia.

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Inter

Ci sono cose più importanti.

Ci sono cose più importanti.

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Ci sono cose più importanti (di calciatori e di cantanti), ma nulla è più importante delle persone. Ed anche a voler leggere la serata in chiave meramente sportiva (o anche economica: quale investimento ha durata ed utilità effettiva ventennale? Davvero pochi…) rimane pur sempre il carisma eccezionale di una persona che in tutti questi anni mi ha insegnato, più di ogni altra virtù -e ce ne sarebbero, dalla correttezza, alla assoluta bontà d’animo, dalla lealtà alla dedizione ed allo spirito di sacrificio- la perserveranza e la tenacia. Non mollare mai lo cantavamo quando non vincevamo mai, ce lo ricordiamo bene. Ma “el tractor” non ha mai mollato neppure dopo, facendoci capire fino in fondo che è vero che la vita è fatta in parti uguali di gioia e di dolore, come diceva P.Claudel: e quindi è degna di essere vissuta tutta.

Girava un tweet ieri, con una frase di Rainer M.Rilke, ci ho pensato tanto anche durante la partita, perché penso che riassuma bene il senso di ciò che si è fatto e che si fa ma, soprattutto, del modo come si affronta il reale. Grazie Capitano.
E per il resto, lasciatevi accadere la vita. Credetemi: la vita ha ragione, in tutti i casi.” Rainer Maria Rilke

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Banche Bolla immobiliare Imprese Indebitamento delle imprese Inter

Cliente sperimentato (favorevolmente).

Cliente sperimentato (favorevolmente).

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Apprendo che Thohir avrebbe comprato la beneamata nonostante i debiti, confidando nella credibilità acquisita presso le banche orientali che da tempo seguono il suo gruppo e con l’idea di ri-negoziare (leggi: consolidare) i debiti finanziari, che in indonesiano si dice Konsolidasi utang. Non so come si facciano le istruttorie di fido in indonesiano, ma ho idea che ci abbiano scritto qualcosa che assomiglia molto all’ultima variante di  “cliente storico” che ho sentito settimana scorsa durante un master, ovvero “cliente sperimentato”. Immagino che ci sia anche un bel business plan, secondo le best practices anglosassoni trapiantate in Oriente. Intanto Hernanes ce lo siamo comprati con i soldi del titolare (articolo in partita doppia: banche a titolare conto versamenti) a dimostrazione che in attesa di fare soldi con il brand, le squadre di calcio vanno avanti a debiti ed iniezioni.

Un’ultima cosa: pare che ci sia un raffreddamento sulla costruzione dello stadio di proprietà, e non posso che rallegrarmene se oltretutto ciò significa riqualificare il Meazza (Luci a San Siro l’ha scritta Vecchioni, qualche cantautore milanista potrebbe al più scrivere Una sera da Giannino). La seconda squadra di Milano ha fatto la sede nuova ma, a quanto pare, il gioco non è migliorato: d’altra parte, lo stadio di proprietà è così decisivo che in Gran Bretagna tutte le squadre hanno la stadio di proprietà, ma gli scudetti li vincono sempre gli stessi. Si chiama “robusta correlazione statistica” dell’evidenza empirica riguardo al legame tra immobili e business.

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Inter

Lettera al Presidente (nuovo).

Lettera al Presidente (nuovo).

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La serata della finale di Champions League, il 22 maggio 2010, io recitavo al Piccolo. Con clamore sui giornali anticipai lo spettacolo di un’ora e mezza per poter fare vedere al pubblico la finale di Madrid. In realtà anche io ero molto coinvolto da questa cosa. Però avevo timore, perché il 5 maggio 2002 ero proprio al Piccolo. Allora, però, ritardai lo spettacolo di mezz’ora perché non riuscivo a riprendermi. Grande fu lo stupore perché in sala la metà della gente aveva sciarpe e bandiere per andare poi in piazza Duomo a vedersi Inter-Bayern sul maxi schermo. Guardai la finale nei camerini grazie a una piccola tv gentilmente fornita dall’organizzatore. Fu una serata bellissima e indecifrabile al tempo stesso. Camminavo per le vie di Milano e avevo una strana sensazione. Vedevo i ragazzi di 17-18 anni fare festa, io era più di 40 anni che aspettavo… Ci rimasi quasi male. Camminavo da solo. Andai fino in piazza Duomo a vedere, in disparte, la gente che impazziva. Poi mi diressi verso casa, in Porta Romana. Eppure sentivo che stavo dimenticando qualcosa.

Alle 6 del mattino mi svegliai di soprassalto. Mi stavo dimenticando una promessa fatta a mia mamma, mancata qualche anno prima. Mi aveva chiesto: “Se dovesse capitarmi qualcosa e l’Inter dovesse vincere la Champions, ricordati di portarmi un ricordo di quella serata”. Mia mamma era più di un ultras. L’ultima partita che vide a San Siro fu un Inter-Borussia Moenchengladbach di coppa Uefa. Era con me ai popolari. A un certo punto la vidi schiaffeggiare un tedesco. “Mi ha insultato”, si giustificò. E io: “Ma se non conosci nemmeno la sua lingua…”. Da quel giorno, quando giocava l’Inter, l’ho sempre tenuta a casa. Soffriva troppo allo stadio. Con il ricordo di quella promessa, alle otto uscii di casa per andare da lei. Per strada c’erano tutti i residui dei festeggiamenti. I ragazzini andavano in giro con la sciarpa nerazzurra al collo. Ma mi colpì una figura, in particolare. All’orizzonte mi apparve un ragazzo, barcollante, con bandiera e sciarpa, visibilmente euforico. Si avvicinò. E, dopo avermi riconosciuto, gridò: “Campioni! Campioni! Dove sono gli altri?”. “La festa è finita”, gli risposi. E gli domandai: “Hai visto baracchini che vendono bandiere, sciarpe o gadget dell’Inter? Perché ho fatto una promessa a una persona che non c’è più”. Lui si sfilò la sciarpa dal collo: “Questa è stata a Madrid, sono appena tornato. E’ tua!”.

 

a lambrate — Con la sciarpa al collo, andai al cimitero di Lambrate. Comprai delle margherite e la nascosi dietro ai fiori, non mi sembrava opportuno entrare in quel luogo come allo stadio. Mantenni la promessa fatta a mia mamma. Legai la sciarpa intorno alla sua foto. Ero imbarazzato. Mentre mi alzai, alla mia destra vidi un signore che stava piantando una bandiera dell’Inter di fronte a una tomba. Mi sorrise. C’era tanto nerazzurro al cimitero e il mio imbarazzo iniziale si trasformò in una risata quando vidi una Coppa dei Campioni gonfiabile attaccata all’ala di un angelo di un monumento funebre. Per me quel giorno in qualche modo è stato l’apice del calcio romantico. Oggi mi fermo a guardare i ragazzini che giocano proprio con quello spirito. Moratti questa storia la conosce già. Ora spero che il signor Thohir la legga per capire che cosa vuol dire essere interisti. Perché se l’atletica è uno sport, il calcio è una metafora della vita.

Paolo Rossi
*comico e interista” (da gazzetta.it)

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Alessandro Berti Banche Banche di credito cooperativo Inter

Cuore nerazzurro (la qualità nei questionari).

Cuore nerazzurro (la qualità nei questionari).

Risultati del questionario sulla qualità di una lezione tenuta oltre un mese fa (riportati tali e quali dal report della committente).

Prof molto preparato sulla materia e con atteggiamento positivo verso l’aula.

E’ stato molto chiaro e dettagliato nell’esposizione di una materia “difficile” che ha saputo ben relazionare tenendo viva l’attenzione di noi tutti.

Ottimo.

Molto competente ed in grado di attirare l’attenzione dell’aula. Atteggiamento propositivo.

Positivo

Ottimo relatore, coinvolgente.

Preparazione sugli argomenti trattati e sistema bancario eccellente.

Giudizio sicuramente positivo.

Cuore nerazzurro.

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Calcio Inter

Vederci bene (prenderla nei denti, spensieratamente).

Vederci bene (prenderla nei denti, spensieratamente).

 

Juve-Inter, 1-3

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Alessandro Berti Disoccupazione Educazione Inter Lavoro

Diego Pablo Simeone: sai già perché (colloqui).

Diego Pablo Simeone: sai già perché (colloqui).

Mi hanno chiesto: che calciatore avresti voluto essere e perché.
Risposta. Diego Pablo Simeone. Sai già perché.

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Inter

Downgrading.

Downgrading.

Diego Milito downgrades BBIlan rating.

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Alessandro Berti don Giussani Educazione Inter Università

L’amicizia è una dimensione del cuore: poi la vita ti porta dove vuole (Ringraziamenti).

L’amicizia è una dimensione del cuore: poi la vita ti porta dove vuole (Ringraziamenti).

Di seguito c’è quello che ha scritto mio figlio Francesco, che termina oggi il percorso della specialistica con la laurea in economia in Cattolica. Ci sono nove pagine di ringraziamenti alla fine, nove pagine: che ho riportato tutte, perché aiutino chiunque a capire cosa può essere la vita se sei educato a stare di fronte alla realtà non da solo, ma con gli amici e, soprattutto, con un significato più grande, per ogni cosa.

Soprattutto le ho riportate, a parte il paragone di cui non sono degno, ma che mi commuove, perché sono il segno di come possa diventare grande una storia ed una compagnia e come sia vero quello che ci ha insegnato don Giussani, “L’amicizia è una dimensione del cuore: poi la vita ti porta dove vuole”.

Ringraziamenti

In questi anni universitari, ho potuto scoprire una compagnia e un bene verso la mia vita, di cui non posso che essere infinitamente grato e commosso: gli incontri, i volti, i dialoghi e gli sguardi che hanno segnato e segnano tutt’ora in modo indelebile il mio cuore, sono segno di una preferenza verso di me, buona e calorosa.

Sperando di non dimenticare nessuno, non posso non ringraziare:

La mia mamma, perché sono certo che, dall’alto, ha sempre una mano poggiata sulla mia testa.

Il mio babbo, per la paternità viva e ricca di affetto. Per aver avuto a cuore, con la mamma, la mia educazione e, di riflesso, la mia istruzione. Grazie, davvero, di tutto, senza entrare nei particolari, sennò non finisco più. Helenio Herrera.

Benedetta, perché la compagnia di questi anni è una grazia, ricca di commozione. Segno vivo della presenza di un Altro che opera, con amore, tenerezza e dolcezza.

Mio fratello, perché siamo cresciuti insieme, nel far le cose, fin da bambini. Indimenticabili i giochi in scatola, il subbuteo, le mini olimpiadi e il calcio in camera. Qualche(!?) litigio forse evitabile. Fratello. Andrea Caracciolo, perché è davvero forte.

Ale rota (noto come Cavaliere Oscuro), artista e maestro. Qualcuno ha voluto che diventassimo compagni di viaggio, nonostante e attraverso le nostre (molteplici) differenze in termini di passioni, inclinazioni e interessi. Scoperta recente, ma più che solida. Re dei giochi in scatola. Dennis Bergkamp.

Dema, perché è il compagno d’appartamento ideale, silenzioso e discreto. Amico nei fatti. Grande cuoco. Ci sarà sempre una stanza per lui in casa mia. Per ora mi autoinvito io. Innamorato. Andrea Ranocchia.

Za, uomo affidabile, concreto e certo. Non dubiterò mai di lui, presenza silenziosa, incisiva e pratica. Esteban Cambiasso.

Riz, perché ormai posso considerarlo come un fratello. Dall’affinità di carattere è nata un’amicizia vera e concreta, segno davvero della presenza di un Altro. Credo di essere il più grande rizzologo sulla faccia della terra, ma non per questo smetterò di stupirmi di un uomo che, sotto pressione, non sbaglia mai. Jorge Hernan Crespo.

Depa per essermi stato, sempre, maestro in generosità e pazienza. Se il suo fisico seguirà sempre questi ritmi pazzeschi, come credo, metterà a fuoco tutto il mondo. Lucio Da Silva.

Gaddo, discepolo eletto, perché è capace di stupirmi ogni giorno di più. Dai tentennamenti del primo anno, è stato testimone di affezione e curiosità nuovi, racchiusi nella mente di un somaraz.  Un buon semolologo. Cruzado.

Simo Sardo, recente compagno di studi, ma soprattutto amico fedele, per avermi sempre accolto in casa tua e per avermi insegnato che si può dormire in ogni luogo ad ogni ora. Generosità e praticità uniche. Bear Grylls e tagliaboschi nostrano, sono certo che a Czestokowa costruirai ogni sera una casetta di legno. Altro che tenda.

Totò Paradiso, per essere riuscito a capirmi fin da subito e per aver limato, spero non poco, la mia ingenuità in molteplici aspetti pratici della vita. Ancora non ce l’hai fatta con l’ipocondria. Mi piace il gioco sulle fasce e, comunque vada, io in posta vado con Paro. Okan.

Chiara Berrino, perché anche se l’aceto non può fare miracoli, mi ha accompagnato in momenti decisivi, d’appartamento e sentimentali, con una compagnia testimone di un bene più grande nella mia vita. Ambrosini

Erica, compagna di studi fin da subito, per essere, semplicemente, cresciuta con me. Stima e affetto reciproco. Estro e fantasia. Wesley Sneijder

Anna, per non essersi mai tirata indietro nel riprendermi e provocarmi in ogni cosa, fin dal primo giorno. Oltre all’affinità dei caratteri, una preferenza unica. Regina del gossip, del gf e di miss Italia. Alfonso Signorini

Giampa, per avermi testimoniato come la fede possa incidere in ogni aspetto della vita. Santo subito. Duca Bianco Legrottaglie

Luca Rossi, testimone, innanzitutto, di pazzia. Mi ha convinto che ognuno, comunque, sia pazzo a modo suo. Nell’ultimo anno è stato capace di affezione, crescita e domande, segno di una Presenza più grande entrata nella sua vita e di riflesso, per Grazia, nella nostra amicizia. Mario Balotelli

Musca, per avermi accolto in appa grossich da matricola, ma soprattutto per avermi trattato da uomo fin da subito, senza alcuna pretesa, non accontentandosi mai. Padre. Bortolo Mutti

Ronfo, amico che, quando meno te l’aspetti, piazza la zampata vincente, alla capiamoci un attimo. Cercasi anima al mercato. Ne hai fatti laureare tanti, non fallire con me: genio, alla Zinedine Zidane (fatti spiegare chi è….)

Avano, fondatore del gruppo compatto. Amico ironico, pungente e acuto. Grazie per avermi insegnato che i vestiti, sporchi e non, possono stare tranquillamente sul letto di Benassi. Andrea Pirlo dei filmini e delle feste

Mario, per essermi stato testimone, in un anno d’appartamento clamoroso, di spensieratezza, pazzia e cazzeggio mai provati prima, in cambio di un pizzico di responsabilità. Grazie per i tuoi colpi di testa. Fernando Torres

Scric e il Fagiano, uniti per fede bianconera, per avermi insegnato il valore dell’onore nella vita, solo per questo meritevoli di stima e affetto, ma anche per tanto altro. Fagiano, ora che sei nel palazzo, non smettere di essere il ragazzo del campetto: Claudio Marchisio e Mark Iuliano

Luca colpo, perché se uno non si vergogna di mettersi continuamente maglie della salute, è solo da stimare. Maestro di stile e di lampade. Compagno di Inter. La teoria di disfare le città e abbandonare le macchine in luogo di cavalli, va forse perfezionata. Antonio Floro Flores

Rove, per esserci andato sotto, ma soprattutto per la generosità unica. In grado di affrontare gli ostacoli di ogni giorno, con una forza di volontà titanica.  Astori

Ale e Bisca, perché sono stati punti di riferimento in un luogo tanto caro. Con il tempo abbiamo imparato a capirci di più. Stima e affetto. Charles Puyol e Xavi Hernandez

Capra, per avermi fatto capire come si possa essere una vera meteora nella comunità, dagli albori del primo anno, al treno per tornare a casa delle 2 e 30 con motivazioni astruse. Membro fedele del gruppo compatto e compagno di gruppetti di mate. Matricole e meteore. Gaetano Scirea

Uova, per l’anno e mezzo passato assieme in università, a muovere la coda e gli artigli in compagnia come un vero dinosauro. Spensieratezza e solarità si accompagnano alla certezza, presa con i dovuti tempi, che in fondo, la vita, è una cosa seria. Maestro. Peter Crouch

Nicola, per l’amicizia di questi tre anni, a partire dai viaggi insieme in motorino ai mille perché-perché sotto la pioggia in cui si è avuto modo di condividere tutta la vita. Un riconoscimento speciale al generale Cobrazzi, presenza costante, decisiva ma soprattutto decisa. Mirel Radoi

Biso, di Mino e Biso, perché ormai siamo fratelli, avendo condiviso tutto. Non potrò mai dimenticare le sapienti chiacchierate di tattica e diagonali difensive il lunedì mattina in chiostro. Mostro di Arcore. Maurizio Ganz

Mino di Biso e Mino, perché i suoi ho capito valgono più di mille parole, compagno fedele della casa di Sem. Si può volare molto più in alto. La materia prima c’è. Abate

Loppa, perché prima o poi il dramma racchiuso nel cuore uscirà fuori, e a quel punto teniamoci forte. Uragano, in tutti i sensi. Patrick Vieira

Josè Mourinho (profeta di Setubal), Il Principe Diego Alberto, Thiagone Motta e tutti i ragazzi del triplete, per avermi regalato una gioia indescrivibile, alla faccia di Scric e del Fagiano.

Franci e Pome, perché assieme fanno una coppia pazzesca; dopo ogni capitoletto…bacetto, ma soprattutto grazie per la bella amicizia, inaspettata e cara che è nata dallo studio di Pc2. Van Bommel e David Trezeguet

Bea, per essere stata bersaglio di molteplici dinosaurate, e perché, dietro la timidezza di fondo, ho scoperto una ragazza viva e interessante, un po’ arrabbiatina. Antonella Clerici

Jack C, perché anche il ridere e lo scherzare non sono mai banali, e Cevolone, anche in questo, non si tira mai indietro. Rabbino. Javier Mascherano

Michele, perché è stato una delle più belle scoperte dell’ultimo anno; capace di tutto, per gli amici darebbe la vita, e nei momenti decisivi non si è mai tirato indietro, in ogni momento passato assieme. Marco Materazzi

Niko Drago, per avermi testimoniato l’importanza di affidarsi a Qualcuno che può. Grazie per aver sempre avuto la testardaggine di capire e di voler far tue le cose. Dalla commissione giochi in poi, capitano e amico fedele. Saluti alla brikki, sapiente leprotto. Javier Zanetti

Mando, perché l’affezione nata non andrà mai via, poiché poggia su basi solide. Ironia, piacere di vivere e serietà. Fantasista moderno. Youri Djorkaeff

Reca, perché, nonostante mi stia paccando di continuo, Qualcuno ha voluto ci incontrassimo in commissione giochi e ha fatto sì che io scoprissi la sua grandezza, nonostante le proposte di giochi ignobili e la polo con le margheritine. Pino Pedano. Artista. Zebina

Cecia Costa, mia segretaria di fondo comune, perché la memoria dei gesti più importanti vale tantissimo. Anche due parole sono decisive. Tosta. Dejan Stankovic

Porni, per essermi testimone, di continuo, di semplicità e schiettezza uniche. Uomo capace, in tutti i sensi, di tutto. Bisogna solo far memoria, non solo ricordare, ma memoria e, a quel punto, si vola. Ragazzo di strada. Zlatan Ibrahimovic

Lucia sonz, perché l’amicizia nata è davvero a prova di tutto e tutti. Potrebbe dare vita ad un’agenzia investigativa. E chissà cosa accade sulla linea Milano-Treviglio. German Denis

Agno, per aver studiato con me praticamente tutti gli esami della specialistica, e per l’amicizia che è nata di riflesso, fatto non scontato né dovuto. Lo ringrazio non tanto per avermi definito uno studioso idiota, ma per il continuo desidero di capire le ragioni delle cose. Piqué

Chicco, Simo e Daniel, perché l’amicizia nata ai tempi del liceo a giocare a calcetto e a smash, non finisce nonostante la lontananza e le mie somarate, perché poggia su qualcosa di vero. Paolo Cannavaro, Manuel Rui Costa e Faustino Asprilla

Zava, Pons e Benassi, perché l’affezione è enorme. Grazie per esser zuccone zava. Non ti ho detto, Pons. La diligenza del Pater familias, Benassi.

Laura, per avermi testimoniato, rimboccandoti le maniche e lavorando sempre in silenzio e discrezione, un forte e serio attaccamento ad un luogo e a dei volti precisi. Amica infaticabile e certa. Sostanza: Mcdonald Mariga al Camp Nou

Vetro, perché l’incontro con te, ha cambiato la mia vita in università. Dalle scuole di comunità, alle mille partite alla play, alla commissione giochi e ai lavori di gruppo. Indelebile. Zvonimir Boban

Fede Drago, perché da subito non è mai stato un problema l’affinità di caratteri o la forma. Ciò che interessa è la sostanza, la verità delle cose. E in questo, non hai mai tradito. Ivan Ramiro Cordoba

Chiara Brasca, per la preferenza reciproca scoperta e coltivata nel tempo, da Pontresina all’ultimo esame di Inglese (Santa donna). Donna di fede e affezione uniche. Andrà a cangureggiare in Australia. Nuova Zia Katia. Gabriel Omar Batistuta

Marco Bossi, perché anche se non abbiamo imparato a cambiarci la camicia ogni giorno, la semplicità, l’ingenuità e l’innocenza buone e vere sono davvero uniche. Vita piena di sapori. Farai strada in cucina. Citazione doverosa per la Sofi, santa e cara donna. Miroslav Klose

Paolo Lobbia, perché neppure i recenti litigi hanno intaccato questa amicizia, nata in un mese d’appartamento causa incendio. L’estro cinematografico si accompagna a scelte non del tutto lungimiranti sugli attori…Paolo De Ceglie

Simone Indino, perché da quel pranzo a casa tua è nato qualcosa di grande e, chissà cosa ci preserverà il futuro. Io son curioso. Luca Cordero di Montezemolo

Gianni, recente scoperta. Perché in un secondo è scattata subito un‘amicizia gradevole, nuova e interessante. Dovresti credere qualche volta alle mie giustificazioni di caritativa. Acquisto nuovo. Da scoprire. Poli

Masu, perché dietro questo animo salernitano, orgoglioso e fiero, ho potuto assaporare, da Pontresina in poi, un bene, una curiosità e un’attenzione belli, sinceri e veri. Soldato di Dio. Bogdani

Chiara Bosio, perché la gioia appena ci vediamo e gli abbracci da parte tua non sono scontati né frutto di solo sentimento. Travolgente e impossibile da fermare.  Douglas Maicon

Bobbi, per la spontaneità e la schiettezza. Qui di materia prima ce n’è a volontà, non ti dimenticare di me quando decollerai e, sono certo, lo farai. Garrincha

Silvia Zaliani per la compagnia discreta, attenta e vigile. Numeri d’alta classe. Da apprezzare lo stile ricercato. Sofisticata. Clarence Seedorf

Marcello, perché sono state sufficienti tre chiacchierate in appa con te, per capire il tuo attaccamento a Gesù. Testimone. Mino Raiola

Rosita, perché la dolcezza e la tenerezza con le quali ti giochi nell’amicizia con me, sono un dono enorme. Le domande e i desideri del tuo cuore ti rendono preferita. Lionel Messi

Il Nembo e tutti i ragazzi della GMG, per aver condiviso un’esperienza clamorosa, che non scorderò mai, proprio come aveva detto il nostro Papa.

Chicco e Tia, perché in modo differente ho potuto scoprire e godere della vostra baldanza ed esuberanza, anche se con un po’ di ritardo. Generosità e attenzione coinvolgenti. Sommelier e Gemelli diversi. Richard Dunne e Gareth Barry

Prino, perché dietro ogni festa di laurea, c’è lui. Senza lamentarsi mai, dona tutto se stesso (in tutti i sensi). Vedrai che al prossimo power point una tua fotina la tengono. Antonino Asta

Silvia Luciani, per lo studio, a tratti difficoltoso, di scienza delle finanze, ma cosa ben più importante, opportunità di amicizia e compagnia. Thiago Silva

Muro di gomma Catelli, per l’inevitabile compagnia in chiostro a sorreggere le colonne. Ora, spicca il volo, Andrea Masiello

Basa, per avermi trascinato nel fondo, come un’ancora. Al di là di tutto, grazie della compagnia rumorosa e accogliente, nata tra le mura (cadenti) di via Grossich, e trasferitasi poi in via Soderini. Koda fratello orso.

Elena, perché qualcuno ha voluto diventassimo amici attraverso le nostre inquietudini (non poche). C’è una valanga di miele, in realtà, dietro la corteccia bergamasca. Lazzari.

Sorella Gena, follia, bontà riminese e gusto del viver bene. Hai portato un pizzico di spensieratezza in chiostro. Matrona

Chiscia, per avermi insegnato nel tempo, che lo scherzare e il ridere poggiano sempre su una serietà totale di fronte alla vita. Mai fine a sé stesso. Maestro di gruppetti e di vita. Marco Van Basten

Cisco, per essermi stato testimone di generosità, accoglienza, gratuità e affetto enormi, non scontati. Potrei scrivere tanto, ma aggiungo solo: imparasse a vestirsi…Nasotti. Carlo Nervo

Piero e Caco per essere, innanzitutto amici e compagni di Inter. Due cose che, in quanto tali, valgono più di mille parole. Piero, prendere il posto del Mourinho del ringhierone non è cosa semplice. Ho fiducia. Villa e Stegosauro

Gaga, compagno di Sangio, saracinesca alla Jean Francois Gillet, non smetterò mai di stimarti per il solo fatto che tifi Bolo F.C. Un po’ più di brio e vedrai che voli, non solo nelle uscite alte.

Lupo, per le indimenticabili partite a subbuteo con la Croazia, e per il cazzeggio buono e spiritoso. Davor Suker

Leti e Ila, per essere state una presenza silenziosa, cordiale e costante in questi anni. Compagne di terzo. Gemelli Filippini

Teo Maciga, Finnan e Baggi, per essermi stati maestri di fantacalcio, ma soprattutto di vita. Maccarone, Walter Samuel e Comotto

Bres T-rex, dalle lezioni di banca in Sant’Agnese, alle chiamate da San siro per capire se Milito è in fuori gioco oppure no. Direttore di gara deciso e permaloso. Farina di Novi Ligure.

Lanzi, perché dalla prima sera nel nuovo appa, ho potuto assaporare la sua follia e, al contempo, il suo dramma. Il desiderio di condividere tutto, la sera, a casa, ci ha reso amici. Infaticabile. Gennaro Gattuso

Sprea, perché dietro ogni scherzo e ogni somarata, si cela una persona carica di domande e desiderio. Erede scelto del gruppo compatto. Libanese

Paperoga ed Edo, per essere presenze costanti in cp, l’uno con i tormenti e le inquietudini degne del buon rovelli, l’altro con fide, pugnetti e qualche (?!) parola di troppo. Ramos e Oliveira

Gritti, perché la volgarità non è tutto. Oltre a pescare su tutto l’universo femminile della cattolica, ragazzo capace di voler bene. Il libretto dei canti, comunque, io non lo porto. Tiger Woods

Aldo, guascone di Guglionesi, per la torta al limone del paese tuo, che è buona, e per la compagnia. Orgoglio. Nemanja Vidic

Marti e Gello, perché nonostante la differenza di età, non c’è mai stato timore a chiedere tanto nell’amicizia. Colonne e certezze. Lucia Blini e Gianluigi Buffon

Ste, Samu, Colo e Tea, mister e capitani della F.C. Sangio in questi splendidi anni universitari, per avermi dato l’opportunità di praticare lo sport più bello del mondo, che, comunque vada, non delude mai. Gigi Simoni, Mou, Leonardo e Giuseppe Bergomi

Sicuramente sto dimenticando qualcuno, spero non si offenda.

Davvero, ho solo da ringraziare, per tutto.

 Francesco Berti

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Calcio Imprese Inter Massimo Moratti

Mancanza di investimenti ed obsolescenza degli impianti conducono alla rovina aziendale (Inter-Juventus 1-2).

Mancanza di investimenti ed obsolescenza degli impianti conducono alla rovina aziendale (Inter-Juventus 1-2).

Non ci sarebbe molto da dire, nè da citare, se non questo pezzo, strepitoso, di interistiorg.org (http://interistiorg.wordpress.com/2011/10/28/ventisette-sono-troppi/)

Motta infortunato: davvero a volte si è pedine dell’imponderabile. Poli che riesce a essere ancora meno utile di quando contribuì a una retrocessione. Nagatomo, dal Giappone al Cesena, fino alla grande platea: con questo curriculum raramente non nascono fenomeni. Un trentottenne titolare fisso in uno sport professionistico di movimento. L’uruguaiano in fiore che ha giocato contro lo Strømsgodset ma non se ne è accorto nessuno e quindi non è schierabile in Champions. Tanto è infortunato, come tutti, compreso il portiere, che tre anni fa è uscito indenne da uno schianto in curva su una Lamborghini ma da due si stira guardando xFactor. Zarate preso in corsa per via di un’emergenza in attacco di cui non si era accorto nemmeno Zarate. Stankovic più fragile di un bicchiere façon de Venise. I sudamericani col daiquiri in mano mentre in Cina si giocava la Supercoppa. Paolillo che in italiano sa solo dire “Sono illazioni”, per il resto parla in cinese perché è convinto che il grande futuro dell’Inter sia in quel mercato. Gasperini che non è riuscito manco a farsi esonerare in ottobre; no, a settembre; che allora per avere gli stessi risultati identici potevano metterci l’orsetto Knut che almeno potevamo rovesciarlo sulla schiena e fargli i grattagrattatopolone.