Come una sentenza.
Un articolo di Maximilian Cellino sul Sole 24Ore di ieri rammenta a tutti che dal primo gennaio è entrata in vigore “Basilea 3”, ovvero l’insieme di regole che mutano il quadro regolamentare riguardo ai rischi che le banche possono assumersi. Coerentemente all’impostazione del giornale per cui scrive (ed a tante filippiche ascoltate su Radio 24, per esempio da parte di Sebastiano Barisoni) Cellino dipinge un quadro molto pessimistico, nel quale è facile riconoscere un colpevole, il regulator (ed i politici in generale) ed una vittima designata, ovvero le Pmi. Basilea 3, alla stregua di una sentenza già scritta, condanna le Pmi al credit crunch, con tutte le conseguenze immaginabili. Può essere certamente così, anche se le stesse preoccupazioni, più di dieci anni fa, occupavano le pagine dei giornali riguardo a Basilea 2 e poi quello che accadde fu credito più facile per tutti. Le imprese talvolta sembrano avere la memoria corta: quando invocano più mercato e più selezione dimenticano (forse?) che la selezione riguarda anche il merito di credito, ovvero la capacità di reddito e di rimborso. E che sostenere aziende decotte, da parte delle banche, sottrae risorse a quelle sane e falsa il mercato. Riparliamone.
Buon 2014.