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Dal nuovo anno mi aspetto compagni coraggiosi (Buon 2012).

Dal nuovo anno mi aspetto compagni coraggiosi (Buon 2012).

(..) è il momento di affondare il muso nei versi dei grandi poeti, nelle pagine dei grandi pensatori. Di guardare le finezze dei capolavori. E di liberare il passo verso nuove tipi di realizzazioni umane e sociali. San Benedetto in un momento di crisi peggiore o simile a questo facendo tesoro di indicazioni antiche e di un irrefrenabile suo desiderio di felicità – lo dice nel prologo alla sua regola – inventò forme nuove di vita comune e salvò tesori del passato. E coi suoi uomini inventò un po’ di cose utili al futuro, tipo certi formaggi e certe colture dei terreni.

Il nuovo sta premendo con un volto ambiguo. Come sempre. L’anno che finisce è un segno. Di una fine più grande. E di un inizio che può esser prodigioso. Non misurabile – come tutti vorrebbero –  in misure di tipo economico. Fan ridere coloro che vogliono leggere questo passaggio di sistema epocale come una crisi economica. La quale è sempre una conseguenza non una causa delle grande crisi nella storia. Come nelle persone.

È il capodanno giusto per guardarsi veramente dentro. Alle radici della vita. E del desiderio che ne abbiamo. E per ripartire con lo sguardo dell’avventura. Dal nuovo anno mi aspetto compagni coraggiosi.

Davide Rondoni